La speranza di una nuova era poggia sullo 0,1% dell’umanità

 In Approfondimenti

In uno dei post precedenti abbiamo descritto la spirale evolutiva della coscienza umana. Mutuata dagli studi di Clara Graves , perfezionati da Don Beck e Christopher Cowan, la spirale descrive gli sviluppi naturali della coscienza umana dalla nascita in poi.

Questo sviluppo riguarda non solo il singolo individuo, ma le società nel loro complesso. Gli stadi evolutivi, infatti, si sono manifestati nella Storia in modo lampante, modellando le civiltà che si sono succedute nei millenni e di conseguenza la vita di milioni di persone. Hanno agito come una forza invisibile incredibilmente influente.

 

In quale stadio si trova oggi la nostra civiltà?

 

E oggi, in quale stadio si trova attualmente la nostra civiltà e come questo plasma le nostre vite?

La risposta è per certi versi sorprendente: la nostra civiltà si trova attualmente in tutti gli stadi dell’evoluzione della coscienza, dal più antico al più recente. Una volta compreso questo, diventa più semplice spiegare perché il mondo va come va, e non come vorremmo che andasse. Vediamoci più chiaro.

 

Perché il mondo è come è, non come vorremmo che fosse

La spirale evolutiva descrive un processo di sviluppo della coscienza che, attraverso otto stadi, si espande da una visione concentrata esclusivamente su di sé a una visione più inclusiva (noi altri, la nostra tribù, nazione, categoria…) fino a una visione che include tutta l’umanità (tutti noi ).

  1. Egocentrico (io)
  2. Etnocentrico (noi)
  3. Mondocentrico (tutti noi)

Non è una ipotesi, ma un fatto: nel corso della sua evoluzione l’essere umano espande sempre più la sua coscienza, con ripercussioni in ogni ambito: cognitivo, emotivo, spirituale, ecc.

Gli esseri umani, come le civiltà nel corso della storia, attraversano questi livelli di coscienza:

  1. Infrarosso. Arcaico o istintuale (egocentrico)
  2. Magenta. Magico animista (egocentrico)
  3. Rosso. Egocentrico (egocentrico)
  4. Ambra. Mitico o Conformista (etnocentrico)
  5. Arancio. Formale o acquisitivo (etnocentrico)
  6. Verde. Sensibile o pluralista (mondocentrico)
  7. Verdeacqua. Integrativo (mondocentrico)
  8. Turchese. Integrale (Mondocentrico)

 

Una persona che abbia attualmente raggiunto il livello rosso, vedrà il mondo da una prospettiva egocentrica differente rispetto a chi si trovi al livello arancione (etnocentrica), o verde (mondocentrica). È inevitabile, come è inevitabile che la civiltà egizia (livello rosso) avesse una prospettiva sulla vita diversa dalla società vittoriana di fine Ottocento (livello blu) e sia sorta, cresciuta e caduta manifestando le possibilità che tale prospettiva (rossa) le consentiva, e non di più. A nessuno oggi sfiora nemmeno lontanamente l’idea di criticare i valori dominanti che permeavano la civiltà egizia, la sua religione, la sua organizzazione sociale o come trattava le donne, i bambini , i lavoratori. L’idea sarebbe semplicemente assurda. Sappiamo infatti che la civiltà egizia, come ogni altra, era il risultato di un certo livello di coscienza raggiunto fino a quel momento dall’umanità, e niente di più. Non era semplicemente possibile che gli egizi di 4000 anni fa si ponessero la questione dei diritti umani, dell’uguaglianza, del rispetto degli animali… (visione mondocentrica) questo era al di fuori della loro coscienza. Gli antichi egizi avevano al massimo la possibilità di contemplare le questioni della vita che rientravano all’interno del pensiero “rosso” (per loro attuale) e dei livelli precedenti, tipici delle società primitive, ossia ossia istintuale e magico-animista (Infrarosso – Magenta).

Potevano accedere ai livelli precedenti, ma non a quelli successivi, che ancora non si erano manifestati. Lo stesso avviene agli individui, che possono muoversi all’interno dei livelli di coscienza “conquistati” personalmente nel corso della propria evoluzione, ma non andare oltre, nel mistero che circonda gli stadi successivi.

La nostra coscienza può arretrare in ogni momento ai livelli evolutivi che ha già visitato e quindi tornare al più elevato. Non si dà invece il contrario: verso livelli inesplorati e ritorno.

 

Facciamo un paio di esempi

 

In una situazione di estremo pericolo ognuno di noi ritorna immediatamente allo stadio istintuale (beige) che limite le nostre possibilità di scelta a due opzioni: “Fuggire o attaccare”. Quando tifa allo stadio, l’attivista per i diritti umani (verde) entra nel livello mitico (blu) senza alcuna difficoltà. Anche lui un certo senso regredisce a un più antico livello di coscienza, ma è bene notare che lo fa solo per la durata della partita. È un viaggio di andata e ritorno.

Lo stesso non avviene in senso contrario. Non ci si può evolvere per 90 minuti e poi tornare a uno stadio di coscienza più antico solo perché lo si desidera. Un individuo fermo allo stadio istintuale (un neonato o un adulto con deficit cognitivi rilevanti) non potrà pensare, sentire e agire secondo le possibilità offerte dai livelli successivi solo perché lo decide. Così chi ha raggiunto il livello evolutivo arancione e tende di conseguenza a vedere il mondo un campo di conquista, non ha alcuna possibilità di sentirsi in sintonia con la prospettiva sulla vita che si esprime al livello verde Semplificando al massimo, non gli importerà nulla di iscriversi a un corso di yoga o di partecipare a un ritiro spirituale! Non si sente lì, perché non è lì.

Potrà un giorno giungervi, ma per adesso quel territorio gli è ignoto, con tutte le sue potenzialità positive… e negative.

Già, proprio così, negative. Gli stadi evolutivi non sono spazi di perfezione progressiva, all’interno di ciascuno di essi si possono ugualmente manifestare aspetti positivi e negativi, le persone possono essere felici e infelici, fare del bene del male.

Quindi ancora una volta, attenzione a non cadere nella tentazione di giudicare.

 

La nostra civiltà non è evoluta quanto pensiamo

 

La nostra civiltà, frutto di una evoluzione della coscienza che si è spinta fino all’emergente livello integrale, non è uniformemente evoluta. Ospita al suo interno infatti una popolazione adulta distribuita all’interno di tutti gli otto livelli di coscienza attualmente disponibili. Questa è la realtà e prima ce ne renderemo conto, prima verremo a patti con essa, con grandi benefici per il futuro di tutti noi. Che cosa vuol dire? Che, per quanto sia apparentemente sgradevole a dirsi, non siamo tutti uguali.  Ma, attenzione, lo scopo di avere chiaro questo sistema non è quello di manipolare o giudicare, né di sentirsi superiori o inferiori. È al contrario favorire lo sviluppo di ogni persona all’interno di ogni livello di coscienza e/o attraverso i livelli successivi.

Alcune persone hanno raggiunto un livello di coscienza rosso e vendono il mondo come questo stadio consente loro. Così stanno le cose: non è né bene né male.

Altre persone hanno a disposizione ulteriori prospettive: blu, arancione, verde… E così stanno le cose. Non sono migliori, o più intelligenti, più belle, più bionde e non lavano più bianco. Hanno solo una diversa prospettiva sul mondo.

Questo significa che hanno ad esempio un set di valori differenti, da cui discende tutta una serie di decisioni e azioni che saranno inclini a prendere, di solito in contrapposizione ai livelli precedenti. Un verde ama la natura e fa bird-watching. Un rosso ama la natura… e va a caccia.

Lo stesso tema, ma decisioni diverse. Alcune di queste decisioni vanno verso una maggiore integrazione o risoluzione del problemi che questa epoca si trova ad affrontare con sempre maggiore urgenza. Altre conducono al loro inasprimento, ma non dipende dal livello. O, per lo meno, non solo.

Prendiamo le elezione USA, ad esempio. Prendiamo Donald Trump e i suoi elettori.

I “verdi” (ci riferiamo al livello di coscienza, non allo schieramento politico) trovano impossibile che qualcuno possa seriamente decidere di eleggere Donald Trump alla carica di presidente degli Stati Uniti. Lo trovano sinceramente inconcepibile. “È un bruto, un egomaniaco, un uomo senza valori!” In effetti però il punto è che i valori di Trump sono più che condivisibili nell’antico Egitto. Trump sarebbe stato un ottimo faraone.

Donald Trump corrisponde all’individuo che ha raggiunto un livello di coscienza fra il rosso e il ambra staziona in questo limite ondeggiando con grande soddisfazione.
A livello rosso si assiste a uno:

“stile egocentrico, impulsivo, eroico e alla ricerca del potere. Capi feudali offrono protezione ai loro subordinati in cambio di lavoro e obbedienza.” Ken Wilber

Il livello ambra:

“è il punto di passaggio fra l’egocentrismo e l’etnocentrismo. I primi stadi di questo livello possono essere molto conformisti […]. Un punto di vista spesso definito: “Il mio paese, giusto o sbagliato che sia. La mia religione, giusta o sbagliata che sia.” Alan Watkins, Ken Wilber

Si pensi all’America dipinta da Trump, un impero feudale fondato sul potere e conquiste. “Rendiamo l’America di nuovo grande!”  Visto dalla prospettiva rossa il mondo è una giungla irta di pericoli e predatori. Immigrati, terroristi, abortisti… tutti minacciano il grande impero di “noi Americani”. Noi contro gli altri.  Un messaggio in perfetto stile ambra.

Un contenuto così primitivo, basico e rudimentale ha il potere di raggiungere il livello di coscienza di una grande massa di persone, incluse quelle che in condizioni normali prenderebbero decisioni da una prospettiva più evoluta, se solo non fossero soggiogate dal gioco di una paura abilmente fomentata: “Gli immigrati sono violenti, portano via il tuo lavoro, entrano a casa tua… Ti devi difendere.

Il gioco di Trump è evidente e funziona: far regredire o mantenere i suoi elettori a un livello di coscienza più possibile simile al suo. Il che non gli risulta difficile se si considera che nel mondo attuale il 50 percento della popolazione adulta si trova nel livello rosso e il livello ambra, rispettivamente il 20 e il 30 percento.

Quale specie di persona potrebbe votare Trump?

Risposta: non necessariamente una cattiva, ma sicuramente una con una visione del mondo limitata a un numero di prospettive circoscritto, che spaziano dall’egocentrica all’etnocentrica.
La destra americana, ma non solo, è un problema transculturale. Attraversa tutte le culture e tutte le età e non appartiene soltanto a una categoria, come la destra o la sinistra. Donald Trump e Hillary Clinton usano modalità diverse, ma alla fine non sono dialoganti, inclusivi.

 

La grande sfida dell’umanità

 

La sfida attuale dell’umanità è tuttavia far transitare il numero maggiore di persone verso una visione mondocentrica, la sola che ci permetterà di risolvere i problemi complessi che minacciano la sopravvivenza della specie.

Sfortunatamente in tutto il mondo è in atto una sorta di spostamento verso posizioni etnocentriche. In alcuni casi assistiamo a vere e proprie regressioni da visioni mondocentriche ad arroccamenti etnocentrici.

La Teoria Integrale indica al di là di ogni dubbio che tali movimenti corrispondono in realtà a spostamenti verso livelli evolutivi più primitivi, basati non su idee, valori universali e accordi internazionali, ma su concetti come legami etnici, di sangue, sul suolo, la madrepatria…

Il voto a Trump muove da un livello di coscienza antico, lo stesso che ha ipsirato la Brexit, la segmentazione etnica che purtroppo è seguita alla primavera Araba, le guerre di religione in Syria, la dittatura rinnovata in Egitto.

Il mondo va come va e non come vorremmo che andasse, perché la prospettiva mondocentrica è tuttora appannaggio di una percentuale di popolazione adulta relativamente impreparata a integrare le differenti visioni del mondo attualmente conviventi sul pianeta Terra.

Come chiaramente evidenziato dalla Visione Integrale, non si tratta di individuare chi abbia ragione e chi torto (vedi Trump vs Clinton), una tentazione in cui perfino i progressisti più avanzati tendono a cadere. In realtà proprio questo è lo schema che è dobbiamo e possiamo superare. Non chi ha ragione, ma quali ragioni ha ciascuno, in ogni livello di coscienza.

Tale approccio inclusivo e dialogante, e non altri, ci condurrà fuori dalle numerose gravissime crisi attualmente in corso. Il cielo è cupo, ma alcuni sprazzi di turchese cominciano a manifestarsi oltre le nubi.

Sono gli individui al livello turchese (integrale), che si adoperano per diffondere una visione riconciliatoria del mondo, in cui ogni punto di vista possa esprimere il meglio di sé e ricevere ascolto.

Un esiguo 0,1 percento dell’umanità, in crescita, su cui poggia la speranza di una nuova era.

Questo è un periodo straordinario della storia umana, un periodo in cui affrontiamo “il meglio di tutti i mondi e il peggio di tutti mondi”. Quanto al “meglio”, l’umanità sta attraversando la settima o ottava grande trasformazione di coscienza e cultura nella Storia. Questa trasformazione è la prima che sia realmente integrata, o a un livello integrale sul piano dell’essere e della consapevolezza, e questo fenomeno non ha nessun precedente” Alan Watkins, Ken Wilber

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